Preside della Facolta di Medicina e Psicologia dell Universita La Sapienza di Roma.
Professore Erino Angelo Rendina Direttore della Chirurgia Toracica dell’Ospedale Sant Andrea di Roma, ci illustra questo scenario
d’eccellenza di uno spezzone della sua professione, quale professionista in primis, e bravo Medico a dirigere la piu’ grande divisione di Chirurgica Toracica d’Italia, ci affascina parlandoci di questo settore?
Tutto ha avuto inizio da giovanissimo. Appena laureato in medicina serbavo il sogno di diventare un bravo chirurgo; sogno che ho realizzato, passo dopo passo, attraverso lo studio, la formazione e l’impegno che nel corso degli anni si sono evoluti in grande passione, necessario rigore etico e, ovviamente, esperienza. Mi sono laureato presso la Facoltà di Medicina dopo aver svolto dapprima un lungo periodo di tirocinio presso l’Istituto di Anatomia Umana, vero fondamento per ogni medico, per poi, successivamente, proseguire il mio percorso formativo presso la chirurgia toraco-polmonare, in quei primi anni ‘80 in grande sviluppo. Ho infine discusso la mia tesi di laurea nel 1983, sotto la guida dell’allora direttore della Chirurgia Toracica del nostro Ateneo, il mio Maestro professor Costante Ricci. Egli era un uomo tutto di un pezzo, di grande rettitudine e dotato di immensa generosità; sotto la sua guida ho anche conseguito la specializzazione in Chirurgia Toracica. Quegli anni videro la realizzazione e lo poi lo sviluppo delle tecniche di trapianto polmonare. Fu così che alla fine degli anni ‘80, il professor Ricci incaricò due giovani medici, me e un mio collega, Federico Venuta, che attualmente e’ Professore di Chirurgia Toracica presso il Policlinico Umberto I di Roma, di realizzare il primo intervento di trapianto polmonare in Italia. Due giovani medici sotto l’attenta guida di un grande Maestro: il risultato fu di grande soddisfazione. Oggi, ho degli allievi che hanno “superato” il Maestro; sono molto bravi, e seguono in sinergia, con attenzione e passione, la professione tramandata da professore ad allievo.
Qual’e’ la vera eredita’ di un grande Professore?
La vera eredità per un professore universitario nell’ambito culturale, accademico, spirituale, sono gli allievi che lascia. Gandhi affermava in una frase “non si giudica un leader da quanti seguaci ha, ma da quanti leader crea”. E’ una differenza importante.
Professore, ha realizzato innumerevoli interventi chirurgici, motivo di grande soddisfazione ed orgoglio italiano?
Ogni anno un’agenzia governativa che fa capo al ministero della salute pubblica un report con il numero di interventi eseguiti nel Paese per tumore del polmone, ospedale per ospedale. Ebbene, noi dell’Azienda Ospedaliero- Universitaria San’Andrea ne realizziamo più di chiunque altro, ponendoci da anni ai vertici in Italia: sono i numeri a parlare. La qualità poi del servizio che offriamo la lasciamo valutare ai nostri pazienti, ai propri familiari, ecc. Un Medico non può essere valutato soltanto in base a parametri numerici, c’è una componente umana che è irrinunciabile. Penso fermamente che si possa fare il Medico solo se si ha predisposizione per i pazienti, se non si ha questa inclinazione meglio cambiare professione. Il gradimento, l’empatia, la comprensione nelle situazioni di cui ci si ritrova tutti i giorni con i pazienti che incontriamo e curiamo sono parametri difficili da misurare, poiché difficilmente oggettivabili. E’ quindi di fondamentale importanza trasmettere la passione, l’empatia, la pazienza, l’ospitalità ai giovani medici, proprio come i nostri Maestri ci hanno insegnato.
L’Ospedale e’ parte dell’Universita’ La Sapienza?
L’Ospedale Universitario Sant’Andrea di Roma fa parte della Facolta’ di Medicina e Psicologia che fa’ capo all’Ateneo Sapienza. Per la mia attività assistenziale sono un dipendente dell’Ospedale e sono nello specifico il Responsabile della Chirurgia Toracica. Da un punto di vista Accademico- Universitario sono Professore di Chirurgia Toracica e circa 1 anno fa sono stato eletto Preside della Facolta’ di Medicina e Psicologia; spero di svolgere questo compito in modo efficiente e con grande passione nel trasmettere al meglio tutti i saperi.
Ci sono news?
Dopo 20 anni di attesa, abbiamo finalmente realizzato la costruzione di un nuovo edificio universitario per gli studenti, proprio accanto all’Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Andrea. In questa stessa sede abbiamo anche completato dei moderni laboratori di ricerca in sinergia con la Rettrice dell’Università Antonella Polimeni: un importante lavoro di realizzazione svolto con il contributo di molti professori della nostra facoltà. Questi laboratori diventeranno la casa per le prossime sfide scientifiche dei nostri studenti e ricercatori.
Professore Rendina, essendo Professore e Preside alla Sapienza, ha sia un rapporto con gli allievi, che con i suoi pazienti di straordinaria eccellenza e di grande umanita’?
La Facoltà di Medicina e Psicologia non è una fusione a freddo di due discipline diverse; c’è da una parte la medicina e dall’altra la psicologia. In realtà è ispirata da un criterio fondamentale, quello che l’essere umano è costituito da un corpo e da una mente; ebbene nella nostra Facoltà è presente questa missione di curare sul piano medico, e prendersi cura sul piano psicologico. I docenti del corso di laurea in psicologia e quelli del corso di medicina e chirurgia hanno continui contatti tra di loro, e ci sono delle collaborazioni molto strette soprattutto nella branca delle Neuroscienza che rientrano tra le discipline mediche, e la psicologia clinica tra le discipline psicologiche. La realizzazione dell’edificio universitario che le descrivevo con i laboratori e le aule proprio accanto all’ospedale condensa la missione del professore universitario di medicina che cura i malati, svolge assistenza, addestra gli allievi e realizza la didattica, motivo di soddisfazione e responsabilità verso gli allievi, coloro che rappresentano il futuro del nostro Paese. La cura dei giovani con la didattica è fondamentale, ma non soltanto la didattica frontale con le lezioni. In Ospedale, infatti, c’è una forma di didattica altrettanto importante e meno formale. I giovani frequentano i vari reparti di degenza, dove sono in contatto con i pazienti, le sale operatorie, il tutto durante il loro corso di studio; i professori universitari devono vigilare ed essere sempre responsabili della loro formazione, non soltanto dell’istruzione quindi.
Ci spiega, secondo una sua visione la differenza tra istruzione e formazione?
L’istruzione vuol dire trasmettere dei contenuti culturali, istruire. Mentre formare è una cosa totalmente differente ed estremamente importante, che vuol dire plasmare il carattere degli allievi, che avviene attraverso l’esempio, mostrando loro un comportamento ideale.
L’altra visione del Professore universitario?
L’ambito della ricerca, quello di aumentare i saperi (ciò che si sa’), creare nuove frontiere del sapere e cercare di realizzare in sinergia con umiltà ed umanità.
Progetti di ricerca scientifica?
I nostri laboratori di ricerca sono un elemento importante in più nella ricerca scientifica. I progetti che vengono realizzati sono tanti e diversi: intelligenza Artificiale, le neuroscienze, le scienze cardiologiche-cardiovascolari e molti altri. Stiamo edificando intorno all’Ospedale Sant’Andrea, ed accanto all’edificio Universitario, tre nuovi edifici, in cui ci sarà un importante Centro Cuore, un Centro di Oncoematologia, altri laboratori di ricerca; il tutto concentrato in uno spazio situato nella parte nord della città di Roma. Ciò farà si che si crei una sorta di campus per gli studenti in cui sono presenti un po’ tutte le eccellenze e le strutture didattico-scientifiche. Nell’ ambito della Chirurgia Toracica, realizziamo un tipo di ricerca diversa, cerchiamo di oltrepassare quanto possibile il limite delle tecniche disponibili. Abbiamo realizzato circa 30 anni fa il primo trapianto di polmone. Tre anni fa, abbiamo realizzato il primo trapianto di trachea con sostituzione, quattro anni fa la prima ricostruzione del cuore infiltrato da un tumore del polmone e la prima ricostruzione dell’aorta. Recentemente abbiamo realizzato un intervento di ricostruzione della trachea, e di una grossa arteria che si erano fuse insieme dando luogo ad un sanguinamento, nella maggioranza dei casi mortale: il giovane paziente fortunatamente non è deceduto, ma è stato operato ed abbiamo ricostruito tutte le strutture tracheo-vascolari consentendogli una perfetta ripresa e il ritorno ad una vita normale.
Una sua consi9derazione sulle nuove tecnologie, l’Intelligenza Artificiale, la Robotica?
L’uomo e’ il capolavoro della natura umana. Nessuna tecnologia potrà mai avvicinarsi o superare il capolavoro della natura che è l’uomo. Un chirurgo che si avvicina con le mani e con i suoi strumenti ad un uomo, deve essere umile-umano, poiché’ si troverà di fronte un qualcosa di insondabile. Può aggiustare, rimediare, risistemare, sostituire, ma non può ricreare la perfezione della natura.
La passione di chi svolge la professione del Chirurgo?
Il lavoro del medico, del chirurgo lo si svolge se si ha interesse e passione per i pazienti che ci si ritrova di fronte. E’ una professione molto affascinante. Il semplice fatto che avendo a che fare con la superiorità della natura, c’è sempre qualche cosa da scoprire; e questo lo si scopre se si ha interesse ed entusiasmo per l’umanità. Entusiasmo e’ una parola greca “en-te-os - e significa avere il Dio dentro”. Chi prova entusiasmo si trova in uno stato alterato della coscienza poiché è posseduto dal Dio. “Essere posseduti da un Dio”.
Come bisogna educare i giovani?
I ragazzi piu’ sono giovani, piu’ sono educabili. Bisogna cominciare presto ad educarli, non a farli studiare da “secchioni” ma ad educarli e formarli.
Un suo punto di vista generale sul mondo, sull’etica, il rapporto tra uomo e natura?
Abbiamo un’etica che si è sempre fatta carico dei rapporti tra gli uomini. Non c’è stata un’etica che preveda un corretto rapporto tra l’uomo e la natura: ci rendiamo conto, come anche i giovani si rendono conto, che la natura nell’assorbire le nostre malefatte ha dei limiti. L’argomento dei rapporti tra l’uomo e la natura in senso generale è un valore dal quale non si può prescindere. Il rispetto della natura è fondamentale, ed educare i giovani anche a questo è davvero necessario.