Roma 28 aprile 2023:E' sicuramente un tema sempre di attualità quello dei rifiuti in Italia, un problema che esiste da tempo e che non si riesce a risolvere visto che all'interno delle stesse coalizioni politiche se non addirittura dei partiti stessi, non si riesce a trovare una posizione comune dovuta al fatto che si potrebbero fare delle scelte impopolari che potrebbero far calare i consensi elettorali e quindi far perdere la posizione di potere occupata. Così facendo però si sta facendo del male al nostro Paese che già sta vivendo di per se stesso un problema ambientale non indifferente dovuto alla siccità, oltre che alle tasche dei cittadini che si ritrovano a pagare una tassa dei rifiuti che risulta essere tra le più alte in Europa, se non la più alta. Carlo Spinelli responsabile nazionale per la Politica Interna del movimento Italia dei Diritti che già più di una volta si è espresso sul tema, torna a parlare di rifiuti e della necessita degli impianti che in Italia, soprattutto al centro e al sud, latitano costringendo le amministrazioni comunali ad esportare i rifiuti all'estero con costi altissimi che vanno a gravare sulla tari:" Citando Shakespeare possiamo dire, termovalorizzatori o non termovalorizzatori questo è il problema; e sta proprio qui l'errore, nella definizione problema. Purtroppo gran parte dell'Italia considera il rifiuto un problema quando invece dovrebbe essere trattato come risorsa che permetterebbe un notevole risparmio di denaro per le tasche dei contribuenti senza gravare più di tanto sull'ambiente come invece si vuole far credere. Sicuramente - prosegue Spinelli - diventa più inquinante l'immondizia abbandonata sulle strade soprattutto se poi viene bruciata, che il vapore che fuoriesce da un impianto a combustione per i rifiuti; tra l'altro adesso esistono anche termovalorizzatori che non liberano fumi nell'aria ma che vengono immagazzinati e riciclati. La tecnologia è di molto migliorata e se un termovalorizzatore lavora a giusto regime e con le dovute accortezze e l'adeguata manutenzione sicuramente risulta molto meno inquinante di altre fonti a combustione che si liberano quotidianamente nell'aria. Prendiamo ad esempio l'industria del tabacco; ogni anno vengono deforestati 3,5 milioni di ettari di terreno per far posto alle piantagioni di tabacco che tra le altre cose consumano enormi quantitativi di acqua risorsa che in questi ultimi tempi sta venendo meno. Crea diseguaglianze sociali favorendo le multinazionali del tabacco con sedi in paesi ad alto reddito a scapito dei paesi in via di sviluppo dove sono presenti il 90% delle piantagioni di tabacco. L'industria del tabacco - va avanti ancora Carlo Spinelli - genera 84 milioni di anidride carbonica l'anno contribuendo in maniera rilevante ai cambiamenti climatici senza contare che nelle piantagioni di tabacco vengono usati pesticidi dannosi per l'ambiente. Tra le sostanze contenute in una sigaretta, circa 80 sono cancerogene, inoltre in essa è contenuta una sostanza ad elevata radioattività come il Polonio-210. Per finire i mozziconi di sigaretta sono la prima fonte di inquinamento da plastiche; infatti ogni anno vengono abbandonati circa 4,5 trilioni di mozziconi di sigaretta che corrispondono a circa 770 mila tonnellate di rifiuti tossici che rilasciano migliaia di sostanze chimiche. Nonostante questo però nessuno si sogna di far chiudere l'industria del tabacco, al massimo si stanno riducendo i luoghi dove è consentito fumare, perché le multinazionali hanno un enorme potere economico e quindi, avvelenare il pianeta, mettere a rischio l'esistenza umana a breve termine per chi consuma sigarette e a medio e lungo termine per l'intera umanità viene consentito. C'è quindi da fare una riflessione - prosegue l'esponente IdD - ma questi termovalorizzatori sono veramente così dannosi per il pianeta da impedirne la costruzione e l'uso? Alla luce di ciò che abbiamo appena visto penso proprio di no e laddove sono presenti, i benefici anche per l'ambiente, oltre che per i bilanci familiari si vedono. Rimanendo in Italia se facciamo un raffronto con le tari che le famiglie pagano nelle varie zone del nostro Paese, notiamo che in Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche, Molise e Basilicata la spesa annua per famiglia relativa alla tassa sui rifiuti si aggira tra i 200 e i 250 euro. E' un caso che la Lombardia risulta avere 13 termovalorizzatori in funzione? Che il Veneto ne abbia 4? Che il piccolo Molise ne abbia 1? L'Emilia Romagna che ne ha 7 attivi ha una media annua per famiglia relativa alla tari tra i 250 e i 300 euro mentre la Liguria che non ha termovalorizzatori e la Campania che ne ha solamente uno risultano avere una quota tari annua che supera i 400 euro; anche la Sicilia e l'Umbria che non possiedono impianti di termovalorizzazione hanno una quota alta che va tra i 350 e i 400 euro annui. Per finire voglio prendere ad esempio l'impianto di Brescia che produce riscaldamento per il 50% degli abitanti, che trova il gradimento del 61% della popolazione mentre il 91% ne elogia l'efficienza. Gli impianti in Italia servono è inutile nasconderci dietro i no di quelle poche persone che ancora non capiscono cosa significa trattare i rifiuti e il valore che essi hanno, forse nel nostro Paese - conclude Spinelli - ci sono interessi ben più grandi dietro la volontà di non volere la costruzione di nuovi impianti, interessi che esulano dal bene delle persone e dell'ambiente e che andrebbero ricercati tra chi dei rifiuti ne fa si una risorsa, ma per le proprie tasche e non per quelle dei cittadini".
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