Se di certo le grandi imprese per disponibilità di risorse strumentali ed umane stanno approcciando alla digital transformation in modo incisivo, la media e soprattutto la piccola impresa stentano a fare il salto di qualità. C'è una questione non solo economica ma anche culturale, formativa e molto spesso di ritrosia al cambiamento. Se ne parla di continuo e da tempo ma è opportuno puntualizzare alcuni aspetti.
Sulla questione economica gli investimenti sono essenziali per tecnologie di produzione, gestionali e promozionali, perchè consentono tra le altre cose la riduzione del gap tra grandi e piccole realtà e favorire l'ampliamento dell'offerta e la giusta concorrenza. Di certo i fondi pubblici su questo campo (come quelli del PNRR) sono un'ottima opportunità ma non per tutti a dire il vero, considerando che richiedono conoscenze puntuali legislative, programmazione e progettualità e dunque un preventivo impegno di risorse. E comunque diventa un obbligo attrezzarsi urgentemente di strumenti di controllo sulla crisi d'impresa e pertanto finance, nel campo della cybersecurity, o per esempio di robotizzazione ed iot, adesso indispensabili in molti settori nevralgici del tessuto industriale.
Sulla questione culturale la trasformazione digitale lavorativa collima ormai con tutti gli aspetti della società, le sue evoluzioni, i suoi cambiamenti e le giovani leve possono e devono fare molto mettendoci del proprio a livello di conoscenze e in riferimento al tema formazione anche le istituzioni scolastiche, fino all'università, creare un trait d'union più forte con il mondo del lavoro, cosa che al momento, ancora oggi, nonostante numerose iniziative è avvenuta solo in parte. Vige troppa accademia ed un ampio distacco tra la teoria e la pratica che non favorisce il giusto approccio al mondo del lavoro innovativo, nonostante lo scouting continuo da parte delle aziende alla ricerca di talenti.
Aggiungo che diventano fondamentali cicli di formazione continui aziendali e personali e pertanto risultano prioritari gli investimenti sulla professionalità ed il know out. In merito alle ritrosie sul cambiamento, il mondo globale ed i mercati ci impongono virate continue di strategie, di percorsi, di iniziative. Ciò che vale oggi, domani potrebbe non funzionare ed una consapevolezza tecnologica può aiutare soprattutto in termini proattivi, specie nei momenti di crisi.
Doveroso precisare che il mondo digitale sta rafforzando in modo esponenziale le aree di marketing e branding, specie con l'avvento dei social e sta altresì avvicinando le diverse generazioni al suo utilizzo che deve però in tempi brevi diventare non solo esperienziale ma anche sostenibile.
Sulla sostenibilità si potrebbe aprire un ampio dibattito. Se da un lato, infatti, la tecnologia offre numerosissimi vantaggi, fra cui la velocità di comunicazione ed interconnessione, la libera circolazione di dati e idee e la possibilità di creare relazioni sempre più articolate, dall'altro la civiltà moderna sta impattando sulla relativa dipendenza e sull’ambiente in modo molto più severo rispetto al passato. La produzione e lo sviluppo del digitale, pertanto, vanno a braccetto con i modelli energetici che necessariamente devono guardare all'ambiente. Per tali motivi si parla sempre più di transizione ecologia legata a quella digitale.
Poi c'è la sostenibilità digitale sociale che include gli aspetti di assuefazione mentale che negli anni le innovazioni hanno portato, alcune sviluppatesi notevolmente nel corso della pandemia ma che oggi devono necessariamente essere rivalutate con una corretta rieducazione a partire dalle scuole ed anche dalle stesse aziende. Non sarà semplice e richiederà tempo ed impegno ma soprattutto una revisione del modo di approcciare alla modernizzazione che dovrà essere utile, amichevole ed a disposizione e non subordinare ed annichilire le menti. Einstein diceva: "Temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità: il mondo sarà popolato allora da una generazione di idioti". Sostenibilità digitale come veicolo di un mondo migliore, sia rispetto alla sua natura, sia rispetto al suo ruolo strumentale verso ambiente, economia e società. I vantaggi della digitalizzazione sono indiscutibili ma banalmente lasciare lo smartphone senza connessione per qualche ora non può fare che bene e magari riprendere in mano un buon libro è già un ottimo inizio.
Antonino Sapienza è Sales Director di DigitalSuite Italia.
DigitalSuite Italia (dal sito www.digitalsuite.eu)
Siamo specializzati nell’offerta di soluzioni, servizi e competenze digitali. Crediamo che l’innovazione, la condivisione e la trasparenza siano le forze abilitatrici dei nuovi modelli di business, capaci di generare un riflesso positivo sull’ambiente e il territorio in cui viviamo. Integriamo strategia, tecnologie e competenze per creare piattaforme digitali in grado di automatizzare le attività, semplificare i processi e digitalizzare le informazioni.