A differenza del processo civile, il processo amministrativo è rivolto a tutelare determinati soggetti nei confronti degli enti che fanno parte della Pubblica Amministrazione. Proprio come il classico processo civile, quello di tipo amministrativo è retto dal principio della domanda e, allo stesso modo, esiste anche il principio della corrispondenza fra chiesto e pronunciato. Quando un soggetto deve presentarsi ad un processo di questo genere deve affidarsi ad uno studio legale competente in diritto amministrativo, che si occupa di difendere privati e imprese nei rapporti con la Pubblica Amministrazione.
Il processo amministrativo: le caratteristiche basilari
Negli ultimi anni anche il processo di tipo amministrativo è stato oggetto di riforme. Molte di esse sono state ideate con l’intento di renderlo telematico e più agevole, di snellire le procedure e di velocizzare i tempi della giustizia italiana.
Attualmente l'intero diritto processuale amministrativo è retto dal recente C.P.A., il Codice del Processo Amministrativo, in cui sono contenute le regole formali per il suo corretto svolgimento. La legge individua inoltre le differenti parti del processo amministrativo: il ricorrente, il resistente (di solito la Pubblica Amministrazione), il controinteressato e gli interventori.
Da un punto di vista formale, anche il processo di tipo amministrativo permette tre diversi gradi di giudizio e il passaggio in giudicato della sentenza dopo l'esperimento di queste azioni oppure dopo la scadenza dei termini dopo la pronuncia. Il giudice amministrativo si occupa principalmente degli interessi legittimi, ma la legge ammette anche la possibilità che lo stesso possa giudicare, in qualche modo, i diritti soggettivi.
Quando un soggetto dev’essere tutelato da una Pubblica Amministrazione, la legge prevede un “rito” particolare, chiamato giudizio per ottemperanza. In questa eventualità il giudice può nominare un commissario che si sostituisca alla P.A. e che compia determinate azioni al suo posto.
Il ricorso amministrativo
Il ricorso amministrativo è ciò che dà inizio al processo amministrativo. Tramite di esso, un soggetto può richiedere che un determinato provvedimento amministrativo venga annullato, revocato oppure modificato. Naturalmente, il ricorso dovrà essere adeguatamente motivato attraverso il supporto di un legale competente in materia.
Il ricorso dev’essere presentato entro 60 giorni dalla notifica dell’atto che si desidera far annullare, modificare o revocare. Nel caso di un’azione contro il silenzio di una P.A., il ricorso può essere fatto entro un anno dal termine fissato per la conclusione del procedimento. Quando il ricorso non viene presentato entro i termini prestabiliti dall’amministrazione in oggetto, la richiesta non viene ammessa.
Il soggetto che vuole impugnare un atto e fare ricorso può inoltre chiedere un risarcimento all’amministrazione contro la quale desidera avviare un processo amministrativo.
Processo amministrativo: il supporto da parte di legali competenti in materia
Le procedure che riguardano il processo di tipo amministrativo prevedono sempre il supporto di un legale qualificato che sia in grado di tutelare ogni genere di soggetto, enti pubblici e società pubbliche compresi. Rivolgendosi agli avvocati specializzati, che sanno come muoversi in ogni ambito del diritto amministrativo, sarà possibile districarsi anche nelle situazioni più complesse che vedono come protagonisti trasporti, infrastrutture, servizi, autorità indipendenti, concessioni pubbliche, appalti pubblici e non solo.
È importantissimo farsi rappresentare da un avvocato qualificato dinanzi ad ogni tipologia di autorità giurisdizionale italiana, dal Tribunale ordinario alla Corte di appello, dal T.A.R. al Consiglio di Stato, e non solo. In questo modo si potrà ottenere un’adeguata tutela e il rispetto dei propri diritti durante ogni genere di processo amministrativo, nonché riuscire a presentare il ricorso in modo corretto e nei tempi previsti.
Fonte notizia
www.studiolegaledirittoamministrativo.com