A Milano c’è una energia che corre ovunque. Un’elettricità in grado di permeare palazzi, case, strade, persone. Un flusso magico capace di coinvolgere le idee.
Ben veicolate, queste risorse diventano uno strumento creativo anche nel mondo del design, universo in cui Milano eccelle come una delle migliori e più innovative città del mondo. D’altronde, a pensarci bene, lo stile riflette sempre i toni della mutevolezza e della ricerca, dell’esperienza e della innovazione. Una rigenerazione costante che si rende possibile anche grazie alla capacità delle università milanesi sempre pronte a valorizzare talenti nascosti.
In questo quadro, Linda Torre e Clelia Bergna osservano ogni giorno le evoluzioni naturali di questo fenomeno dalla storica sede dello IED, dopo aver concluso brillantemente un ulteriore anno nel career service universitario.
Oggi, prendendo un tè ai piedi della bellissima torre Velasca, ho avuto la fortuna di incontrarle, lasciandomi trasportare in un breve viaggio tra i pensieri e le emozioni di un lavoro complesso e bellissimo, in cui l’universo donna eccelle e fa la differenza.
Linda, innanzitutto mi interessa moltissimo conoscere le origini. Ti occupi di area design career. In questi anni la tua passione ha portato numerosi studenti dello IED a dialogare con gli attori del settore e a trovare un posizionamento nel mondo del lavoro. Ultimamente, 6 laureati sono stati inseriti brillantemente negli showroom Gruppobea, uno dei più grandi multi-store di design di Milano. Ma non solo. Il 95% degli studenti è già collocato nel settore moda e design nel giro di 6 mesi dalla laurea.
Cosa ti spinge a seguire questa strada? Quali sono le difficoltà, e quali le emozioni vissute quando uno studente riesce a superare il confine che separa scuola e lavoro?
Ho studiato lingue, passato molto tempo all’estero (UK, Spagna e Usa) e deciso di specializzarmi in ambito HR per avere a che fare “con la materia umana”. Sono una persona molto empatica, che riesce ad immedesimarsi con gli studenti; Capirli è fondamentale per costruire una collaborazione, disegnare la giusta attenzione. Soprattutto, la comprensione fa crescere la fiducia necessaria per il raggiungimento del nostro obiettivo: entrare nel mondo del lavoro nel modo migliore possibile e nel minor tempo possibile.
Ci tengo a sottolineare “nostro obiettivo” perché il lavoro del career è assolutamente un lavoro di squadra che si raggiunge in due: io e lo studente. Ognuno dovrà fare la sua parte per centrare il risultato, cercando di tenere sempre viva l’attenzione durante il percorso didattico.
CONTINUA A LEGGERE L'INTERVISTA
Fonte notizia
medium.com @zilyashatrow ied-la-capacit%C3%A0-di-vedere-talenti-%C3%A8-donna-f6fcb3e394cd