L’attesa per quest’estate 2022, quella della rinascita dopo la pandemia, era forte. A Caorle tutti attendevano lo Street Food Festival, un evento capace di portare nelle tre edizioni d’esordio oltre 200 mila persone a ballare e a fare il giro del mondo dell’enogastronomia in un’area da 45.000 metri quadri, sulla quale venivano allestiti 80 punti food mentre sui vari palchi si alternavano un centinaio di artisti. Di fatto, uno degli eventi capaci di unire musica e cibo più importanti a livello nazionale, che aveva proiettato Caorle in una nuova era, generando un notevole incremento di flussi turistici.
Un evento organizzato dal team di Simone Tomasello, noto per essere il titolare di tre dei locali più in voga di Caorle (il Food Mami in spiaggia, il cocktail bar Harry Johnson Speakeasy e l’american bar Sirò in centro); la stessa squadra che ha creato l’evento coi mercatini di Natale che hanno radunato mezzo milione di persone sul litorale tra dicembre e gennaio.
L’evento estivo quest’anno ha avuto una gestione complicata. Prima ha dovuto cambiare nome perché erano stati vietati i food truck. Il “Caorle Street Festival” era pronto a vivere per due settimane, a luglio, cambiando la tradizione di agosto, proprio su richiesta dell’amministrazione comunale. Gli organizzatori avevano lavorato ad una line up di livello internazionale, superiore persino alle passate edizioni che avevano visto esibirsi, tra gli altri, Steve Aoki, Fabri Fibra, Le Vibrazioni, Mamacita e Gigi D’Agostino.
“Negli scorsi mesi abbiamo avuto contatti con agenti che ci proponevano artisti che avrebbero proiettato ancora di più Caorle a livello internazionale. Poi non abbiamo più concluso le trattative, non avevamo infatti l’area a disposizione”, spiega l’organizzatore, Simone Tomasello. “In tutto, si stimava un investimento da circa 650 mila euro. Purtroppo il dialogo che abbiamo portato avanti con l’amministrazione comunale, ed in particolare con l’assessore Mattia Munerotto, non è andato a buon fine”.
Dunque, alla fine, non si farà nulla. Il motivo? Lo spiega ancora Tomasello.
“Da prima di Natale dialoghiamo con il Comune, ma alle promesse non sono seguiti i fatti: ci avevano garantito di poter organizzare il Natale, che per noi è una attività economicamente non vantaggiosa, e quindi di recuperare con l’estivo”, dichiara l’event manager. “Ad oggi, non ci è arrivata nessuna conferma per la disponibilità dell’area. Prima ci hanno fatto togliere i food truck, citando una vecchia petizione di anni fa nella quale alcuni ristoratori temevano di perdere clienti per colpa nostra, poi non ci hanno concesso l’area. Va detto che il Comune non ha mai finanziato l’evento, ha solo dato supporto logistico: noi ci reggiamo in piedi lavorando tutto l’anno, con sponsor di livello come Heineken e Lidl Italia che ci hanno supportato nelle passate edizioni. A queste condizioni ci tocca lasciare Caorle, molte altre cittadine sul litorale ci chiedono portare da loro i format di successo. Peccato per la nostra città, alla quale rimangono solo eventi minori, non di rilevanza nazionale e internazionale come il nostro”.
L’annullamento del Caorle Street Festival ha delle immediate conseguenze. Gli organizzatori hanno già cancellato il Caorle Padel Festival, che si stava programmando nei week end di inizio settembre in Corso Chiggiato. Erano attesi dj, artisti ed ex calciatori di fama internazionale che si sarebbero alternati ai campi allestiti vicini ad una ruota panoramica, spazi per le arrampicate, schiuma party, pista go car e musica dal vivo.
Non solo, anche il Natale è destinato a scomparire. “Se torniamo indietro a pochi anni fa, a Natale Caorle era completamente deserta”, conclude Tomasello. “Lavorando duramente, nonostante le difficoltà degli ultimi due anni per il Covid, siamo riusciti a portare oltre mezzo milione di persone in una cittadina allestita a festa per l’evento. Spiace per l’equipe composta da professionisti che lavorano un anno per dare a Caorle il meglio. Diciamo in anticipo all’amministrazione che non metteremo in cantiere il Natale, così potranno organizzarsi in tempo. Mi piange il cuore non avere potuto portare a termine lo Street Food Festival, in particolare per gli ospiti che avevamo in programma: volevano lasciare tutti a bocca aperta e far capire che anche a Caorle è possibile portare ospiti di calibro mondiale, ma ciò può accadere solo con la credibilità che aveva assunto il nostro festival. Ma evidentemente Caorle non è di tutti”.