“Un colpevole perfetto”
Silvio Giono-Calvetto presenta un affascinante thriller a sfondo sociale, in cui si racconta una storia di fraintendimenti e ingiustizie con protagonista il medico investigatore Francesco Manzilli, che si trova a indagare su una vicenda controversa, e a scoperchiare un pericoloso vaso di Pandora.
Casa Editrice: Bookabook
Genere: Thriller
Pagine: 159
Prezzo: 12,00 €
«Qualcosa attirò la sua attenzione. Era seminascosto dalle rocce, quasi invisibile dalla strada, subito prima che la stessa finisse e si trasformasse in un sentiero percorribile solo a piedi, in mezzo agli arbusti. Da lontano non si capiva bene cosa fosse quel fagotto ma, avvicinandosi incuriosito, Paolo pensò che sembrava proprio un corpo. Immobile. Forse morto».
“Un colpevole perfetto” di Silvio Giono-Calvetto è un romanzo thriller ambientato in un luogo fittizio della Valle d’Aosta, Saint-Germain-la-Doire; l’autore ripropone l’interessante figura di Francesco Manzilli, un medico con la passione per le indagini criminali e per il cantante Ligabue, già protagonista delle sue precedenti opere “Un ottimo elemento” e “La fabbrica del fango”. Nel romanzo è stata fatta la scelta di mescolare alla lingua italiana dei dialetti molto peculiari: vi sono infatti dialoghi in romanesco e anche in patois, l’idioma valdostano di origine occitana.
Francesco Manzilli è affascinato dai misteri della mente umana, e sa vedere e leggere anche i segni più microscopici quando indaga su un caso; un protagonista tridimensionale e realistico, non il classico detective eroe ma certamente un uomo che ha a cuore gli altri, anche se spesso sembra voler stare a distanza da tutti a causa del carattere introverso e diffidente. Un ex medico della Polizia Scientifica di Roma che ha deciso di trasferirsi in Valle d’Aosta per fare il dottore e stare lontano dalle scene del crimine: si rende presto conto, però, che il suo infallibile intuito lo porta ad avvicinarsi sempre ai casi più spinosi e violenti, e a impegnarsi per portare verità e giustizia. È quello che accade quando viene trovato su un sentiero di montagna il corpo parzialmente bruciato di una giovane donna, e Francesco avverte la forte sensazione che la polizia non stia indagando nella giusta direzione, nonostante un colpevole sia già stato trovato.
Nel romanzo vi è un’importante riflessione sulla facilità con cui si colpevolizzano e si ghettizzano le persone più fragili e meno tutelate, come i malati di mente: in questa storia il killer viene individuato in un uomo che era stato per anni in un manicomio criminale per un delitto analogo, e che si presenta quindi come il colpevole perfetto, nonostante molte cose non tornino. Il protagonista dovrà impegnarsi per trovare il vero omicida districandosi tra interessi poco puliti, manipolazioni e bugie, mentre deve anche fare i conti con il suo passato che ritorna, e che potrebbe sconvolgere tutte le sue certezze.
SINOSSI DELL’OPERA. Quando il cadavere di una giovane donna viene trovato semicarbonizzato su un sentiero di montagna, i sospetti si appuntano sul colpevole perfetto: un uomo che ha trascorso anni in manicomio criminale per un delitto simile e non sa dire dove fosse al momento dell’omicidio. Solo la primaria del reparto di Psichiatria di Aosta è convinta della sua innocenza e chiede al dottor Francesco Manzilli, che ha un passato nella polizia scientifica, di aiutarla a dimostrarlo. Distratto nel frattempo dall’arrivo di Valentina, figlia ventenne di una sua ex fidanzata – che potrebbe anche essere figlia sua – il medico comincia a indagare su più fronti, lanciandosi alla ricerca della verità in un’intricata rete di non detti.
BIOGRAFIA DELL’AUTORE. Silvio Giono-Calvetto (Torino, 1959) è un medico rianimatore e scrittore. Dopo trentatré anni di varie esperienze nel servizio sanitario della Valle d’Aosta, si è recentemente trasferito in Sicilia per occuparsi di cure palliative. Ha fatto esperienze di volontariato con il trasporto ammalati a Lourdes e con l’Operazione Mato Grosso in Perù. Oltre a “Un colpevole perfetto” (2021), anche i suoi romanzi precedenti “Un ottimo elemento” (2015) e “La fabbrica del fango” (2018) hanno come protagonista il dottor Francesco Manzilli, un medico generale trasferitosi in Valle d’Aosta dopo una carriera nella Polizia Scientifica di Roma.
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