A Pescara hanno scoperto il villaggio neolitico di Fontanelle e il sito protostorico di Colle del telegrafo, la necropoli di colle Pietra e quella dei Gesuiti. E poi individuato e segnalato gli affioramenti di diverse epoche dietro villa Mezzopreti, quelli romani sulla salita Rex e affioramenti dell’età del bronzo lungo la scarpata di via di Fonte Borea. Per non dire degli scavi con la Soprintendenza, a piazza Unione, in via delle Caserme e lungo la golena fluviale con la scoperta del mosaico romano.
Sono solo alcuni esempi dell’attività dell’Archeoclub Pescara, sinonimo di passione, dedizione e professionalità, da cinquant’anni. Mezzo secolo che si festeggia in questi giorni - in concomitanza con le celebrazioni nazionali e dopo i rinvii per via del Covid - con un ciclo di incontri, mostre e presentazione dei risultati ottenuti negli anni.
Si parte dunque sabato 6 novembre alle 17,30 all’Auditorium Petruzzi con l’avvio delle celebrazioni, per spostarsi poi nella Sala Favetta per l’inaugurazione dell’esposizione LʼArcheoclub e la ceramica in Abruzzo (visitabile dal 6 al 10 novembre dalle 16 alle 20 e domenica 7 novembre anche la mattina dalle 10 alle 13). Sarà presente il presidente nazionale dell'Archeoclub d'Italia, Rosario Santanastasio. Con l’occasione, sarà illustrata la pubblicazione che raccoglie i cinquant’anni dell’Archeoclub Pescara: ristampa dunque della prima dedicata al venticinquennale e nuovo volume dedicato agli ultimi 25 anni.
Interventi musicali del Duo Fiordaliso, violino e violoncello. Fino a mercoledì, poi, si susseguono le conferenze tematiche, sempre nella Sala Favetta, alle 18. Gli incontri sono dedicati alla Valle Giumentina, agli studi, ricerche e scavi realizzati in collaborazione tra UdA e Archeoclub, ceramica rinascimentale di Castelli e alla collaborazione trentennale tra la Soprintendenza regionale e l’Archeoclub in provincia di Pescara.
“Negli anni abbiamo espresso interessamento o realizzato interventi diretti in 69 comuni abruzzesi e 6 comuni extra regione. All’attivo abbiamo 74 scoperte, molte delle quali documentate su pubblicazioni scientifiche, oltre a numerose segnalazioni. Ci siamo mossi fra insediamenti preistorici e altomedioevali, necropoli o sepolcreti italici e romani, scarichi di maioliche, insediamenti o siti romani e italici - sottolinea con orgoglio il presidente dell’Archeoclub Pescara, Giulio De Collibus -. Non ultimi l’impegno e la strenua battaglia, insieme ad Italia Nostra e ad altre associazioni, per chiedere ed ottenere il recupero archeologico del campo Rampigna. Ecco, i tempi sono davvero maturi per l’istituzione di un parco archeologico”.
L’elenco dunque è lungo e riporta attività di ricerca, scavo, pubblicazioni, unite alla difesa del patrimonio cittadino, come quello della pineta dannunziana e del verde storico - queste ultime azioni sempre insieme ad Italia Nostra - fino alle ville liberty nella zona della pineta, la denuncia del degrado nel centro storico, l’azione di difesa dei bastioni della fortezza.
Un insieme di attività fra le quali va ricordata la creazione del Museo delle Genti d’Abruzzo, con inizio nel 1972 con una mostra archeologico-didattica a casa D’Annunzio insieme al Museo delle Tradizioni Popolari dell’Astra, fino alla realizzazione, nel 1989, di una delle più importanti mostre che abbia prodotto l’Abruzzo, dedicata alla produzione della ceramica rinascimentale di Castelli alla quale hanno preso parte musei come il British, l’Hermitage, il Louvre. Non da meno il recupero di bellissime ceramiche rubate dal Museo Cascella, l’individuazione di pitture rupestri nel territorio della Maiella e l'esposizione in mostra al Museo delle Genti d’Abruzzo della famosa e rara Tabula Peutingeriana.
L’azione, nel tempo, ha riguardato anche la collaborazione con la protezione civile, con atenei e istituti culturali, campagne di tutela, conferenze, gite e viaggi culturali.
Il primo appuntamento di domenica, alle 18 nella Sala Favetta, è dedicato a Gli scavi del sito Paleolitico inferiore di Valle Giumentina di Elisa Nicoud, CNRS CEPAM Nizza, responsabile degli scavi dellʼÉcole française de Rome a Valle Giumentina, con proiezione del film.
Per accedere alla manifestazione è richiesto il Green Pass.