I mobili antichi sono dei manufatti di pregio che, proprio in virtù della loro età, sono anche estremamente fragili. Materiali come legno, pietra e perfino metallo sono tutti soggetti a un livello più o meno severo di degrado che, con il passare degli anni o quando l’oggetto si trova in un ambiente umido e soggetto a sbalzi di temperatura, può portare a macchie, spaccature e altri problemi che intaccano la solidità dell’insieme.
Per fortuna si possono trovare molte botteghe del restauro dove si può dare nuova vita ai propri mobili, ma è necessario valutare alcuni aspetti prima di capire se è opportuno intervenire o no.
Quando è necessario il restauro
- Pezzi mancanti: partiamo dal segnale più evidente. Quando a un mobile manca un’anta, un cassetto o un piede per qualsiasi motivo è naturale capire che è meglio portarlo subito da un restauratore per far eseguire un’integrazione sul manufatto: attenzione anche agli elementi meno importanti, come maniglie e pomelli.
- Marcescenza: il legno dei mobili antichi è molto suscettibile all’umidità e, se si tiene un oggetto in cantina o in soffitta, potrebbe essere comune vedere lo sviluppo di zone "bagnate", quasi spugnose, che ci segnalano un cedimento di lignina e cellulosa, i costituenti principali del tessuto del tronco.
- Infezioni fungine: i funghi rappresentano degli organismi molto tenaci e fastidiosi che possono intaccare velocemente il benessere dell’oggetto antico. Non stiamo parlando solo del legno, ma anche della carta e della pergamena, che spesso presentano delle chiazze scure provocate da differenti tipologie di miceti. Se notate un problema simile, è arrivato il momento di agire.
- Ruggine: ferro e metalli sicuramente sono più resistenti perché quasi mai soggetti all’attacco di degrado biologico, ma hanno la particolarità di sviluppare incrostazioni dovute allo sviluppo della ruggine. Per rimuoverla e contrastarla, quindi, è necessario portare il manufatto in un laboratorio dove potrà essere pulito e riportato all’antico splendore (leggi anche: "Come restaurare efficacemente il ferro arrugginito”).
- Croste nere: c’è chi pensa che la pietra sia un materiale intaccabile, ma anche in questo caso ci possono essere diversi tipi di degrado che interessano soprattutto i marmi. Si tratta delle croste nere, provocate da una reazione chimica che trasforma il materiale in gesso catturando lo sporco e lo smog presenti nell’aria. Per rimuovere questi inestetismi occorre fare molta attenzione perché, essendo parte dell’insieme petrografico, si potrebbero inavvertitamente rimuovere anche parti consistenti della struttura.
- Crettature: i dipinti rappresentano un vero e proprio campo di coltura per quanto riguarda l’attacco di agenti biologici (basti pensare ai materiali organici come tela, olio, e leganti), ma tra i problemi conservativi più pressanti troviamo anche il trattamento delle crettature, ovvero quelle piccole crepe che si formano sulla superficie pittorica portano, alla lunga, al distacco.
Il restauro del mobile antico: una questione di controllo
Fonte notizia
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