E’ solito assistere nel panorama politico italiano, a livello locale e nazionale, al proliferare di nuovi movimenti e partitini nati e plasmati ad immagine e somiglianza del leader di turno, per soddisfare le ambizioni di protagonismo dei singoli, in cerca di un posticino al sole o meglio, tra gli scranni amministrativi e parlamentari, oppure, come reazione, scissioni volontarie a seguito di dissidi interni a carattere personale. Allora capita che un insegnante, un ricercatore, un artigiano, un operaio, un commercialista, un ingegnere, un compositore, un commerciante, diverse persone, di diversa matrice sociale e culturale, che rappresentano il popolo, il motore dell’Italia, vogliano dar vita ad un’azione governativa, alternativa e innovatrice, che punti alla giustizia sociale e al riscatto di ogni singolo lavoratore, attraverso una partecipazione attiva alle dinamiche produttive ed economiche, favorendo, al contempo, un’azione collaborativa tra le varie componenti sociali, nell’interesse nazionale. Una presa di coscienza del proprio ruolo, quel popolo che non vuole essere relegato a destinatario passivo delle scellerate scelte politiche ma che, essendo il protagonista deve necessariamente essere ideatore, autore e fautore convinto di quelle scelte.
“Per questo in Alternativa di Popolo – sostengono i fondatori - non è concepibile l’idea di un Segretario sintesi di guerre intestine e giochetti di segreterie ma bensì, quando si riterrà opportuno nominarlo, quella del Portavoce Nazionale, il quale non farà altro che portare avanti, non la sua idea di movimento, ma le istanze di tutto il movimento. Una modello organizzativo che sta producendo ottimi consensi con l’apertura di numerose sezioni in diversi comuni e con la corsa al comune di Fiano Romano del proprio candidato Sindaco.
“La nostra visione – continuano i fondatori del movimento- va oltre gli steccati ideologici; vogliamo essere la sintesi di tutto; siamo quella parte più a destra, più a sinistra e più al centro che ha a cuore le questioni a tutela del popolo italiano. Oggi, ancor di più, la destra, la sinistra e il centro sono termini insignificanti e utili soltanto, per convenzione politica, ad occupare una posizione in parlamento.”
“Non siamo antieuropeisti ma vogliamo, pertanto, affermare un’idea di Europa che fondi le sue radici nella tradizione mediterranea e spirituale dei popoli, che punti alla rigenerazione dei valori etici e morali, al rispetto delle differenze e delle libertà individuali, al radicamento delle comunità locali, alla divisione del lavoro e alla supremazia della politica sugli interessi economico-finanziari”.