La sceneggiatura (così come il testo) sono stati scritti personalmente da Brandon, che ha curato la produzione esecutiva del clip. La musica invece è stata realizzata insieme ad Andrea Paldi.
Protagonisti gli attori Ginevra Ambrosini e Denny Pietrosanti, nel ruolo di Sofia e Denny, due giovani che si incontrano casualmente in un locale dove lui lavora come barman e lei è una cliente. Si capirà solo alla fine che l’incontro diventerà presto realtà, grazie ad un numero di telefono lasciato sul bancone dei cocktails. Intanto, da quel primo approccio, nella mente di Denny scatta il racconto immaginario della loro storia, un amore conflittuale, con alti e bassi. nelle immagini scorrono le dinamiche di un rapporto di coppia incompleto, lasciato quasi a metà, come certe parole pensate e mai dette. Una storia d’amore dove un po’ tutti ci possiamo riconoscere nella difficoltà di sapersi donare totalmente l’uno all’altro, senza riserve e con le proprie fragilità.
Diretto dal regista Giulio Di Gregorio, con il supporto dell’assistente e backstage Luca Fantini, il videoclip si dipana tra la location modaiola del locale “29 mq Ponte Milvio”, gli interni dell’abitazione della coppia e numerose riprese esterne, tra le quali riconosciamo proprio il ponte degli innamorati e una famosa terrazza di Villa Borghese, con il suo sfondo ormai famoso della cupola di San Pietro. Brandon interpreta il brano in varie sequenze, sia interne che esterne, e con primissimi piani che ci fanno apprezzare l’intensità del brano, una ballad melodica, dove il suono lieve del pianoforte fa da contrasto con il finale più aperto e marcato della chitarra elettrica.
Nato in una famiglia di musicisti e attori, (la mamma è Milly D’Abbraccio, la zia Mariangela attrice di teatro e la nonna Anna D’Abbraccio scrittrice e poetessa) Brandon trova nella musica una valvola di sfogo e talvolta di salvezza per il suo carattere timido e schivo. Crescendo capisce in modo definitivo che vuole fare della musica il fulcro della sua vita.
E le sue parole ce lo confermano: “Tra dieci anni mi vedo su un palco o in studio a registrare. Spero di lavorare sempre con la musica mantenendo i piedi per terra, dando il massimo ogni giorno, senza troppi sogni in testa. Se mi chiedono cosa voglio comunicare con il mio lavoro, rispondo con fermezza che vorrei aiutare gli altri a sentirsi più sicuri di sé, a essere forti, a trovare attraverso la musica l’aiuto che ho trovato io. Mi reputo un artista che preferisce “emozionare” più che divertire. Il mio scopo principale è quello di far musica per “far riflettere”. Tutto ciò che è suono e melodia per me è una costante, una ragione in questo percorso chiamato Vita”.
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