Giorgio V., uno dei talenti del team funky house di Acetone, il 30 e 31 marzo torna in console a Le Vele di Alassio, dove è dj resident da tempo. Ed è in uscita a breve (mentre scriviamo, 16 marzo 2024, è in preorder su Beatport) una sua irresistibile versione di “Yeke”.
Ascoltarla senza muoversi a tempo è un po’ dura. Anzi impossibile. E’ uno di quei pezzi simbolo del sound Acetone che è sì funky house, ma è soprattutto musica che ai dj serve. Come tutte quante le release degli artisti Acetone, prime tra tutte quelle di Nari, Steve Tosi, Giorgio V., Sandro Puddu… Ma torniamo alla musica, anzi alla Musica. La musica per un artista come Giorgio V. conta più di tutto. Più del successo, più del proprio ego.
I dj sono come il vino, a volte, migliorano con gli anni. Ma hanno bisogno di restare vicini all’energia dei vent’anni… e non è facile.
E’ vero, l’energia è fondamentale. Oggi sono cresciuto, sono più selettivo nel lavoro. Nel senso che un tempo l’energia me la dava fare semplicemente il dj, oggi devo cercarla anche altrove. Adesso l’energia me la dà sapere che vado a fare una serata in cui posso proporre, la musica che mi piace, compatibilmente con quella con la pista che ho davanti.
E come lo definiresti il tuo sound?
“Il mio sound ha una ‘forbice’ abbastanza larga, che va dalla dal funky dall’House alla Tech House, quindi. Posso variare molto e non essere troppo condizionato dai gusti personali di chi gestisce i locali, dei clienti più importanti, che magari sono fanatici solo di certi brani.
Da cos’è che non deve farsi condizionare troppo un dj?
Da tante cose, ad esempio dalle mode musicali del momento. Un dj deve comunque proporre musica che sento almeno un po’ sua, sennò l’energia non passa e deve suonare in locali che sente simili a sé per coinvolgere chi balla. Faccio un esempio: vanno di moda trap e reggaeton? Io continuo a proporre la ‘mia musica’, che non è quella. La mia musica è da sempre la House, che deriva dal funky, dalle voci, dalla melodia e dal ritmo. Hai presente la chitarrina funky? Io quella la uso sempre.
Da che parte sta andando il suono dei club del pianeta terra (isole comprese)?
E’ molto difficile dirlo. Sono però convinto che si tornerà presto a far ballare con musica bella. Le mode, quando coinvolgono sonorità che funzionano ma non così importanti, passano. Ricordi il periodo dell’EDM svedese? A me non piaceva molto. Ed è passata, guarda caso, si è tornati ad ascoltare e ballare sonorità più vicine alla disco… oppure alla techno, un altro genere musicale che ha al suo interno tante diverse sfumature. Finisce l’hype, la moda, le tendenze… e resta la musica.
Che consigli musicali daresti a chi vuol scoprire la musica da ballo?
“Due album che secondo me possono davvero davvero far crescere un dj o chi vuol conoscere la musica da ballo. Il primo, in ordine di tempo, è il doppio vinile della colonna sonora de ‘La febbre del sabato sera’. Il secondo, in ordine cronologico, è ancora un doppio album, ‘London Calling’ dei Clash, 12 generi musicali diversi, dal reggae al punk dentro. Ho adorato anche i Sex Pistols e il punk in generale, ho un loro bootleg splendido… ma la varietà musicale dei Clash è imbattibile. Tutti a casa, adesso, ad ascoltare questi due dischi!”.
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